Category: dialoghi

Infilzami un po’ di più


Guarda: i colori acidi si sciolgono come la salamoia scioglie il coniglio. Colano lungo le scale, senza sgocciolare. Non si sente il sibilo stridulo della tela, non lo senti, è un fischio che l’uomo non percepisce, ma che infastidisce il cane; lo immagini però, lo so che lo fai. Loft umidi, scantinati allargati, garage svuotati, crateri nei sottoscala, baratri di…

mai soli


M: che fai mi lasci sulla porta? P: non ti aspettavo, veramente… M: tu non mi aspetti mai, vero? P: beh… diciamo che non me ne ricordo ecco. Non mi farebbe bene… M: e invece, vedi? riesco a stupirti. P: non sembra comunque importartene più di tanto… M: in effetti non particolarmente. Ma non me ne volere. Solamente… Non mi…

una volta ogni cento


Lo bevi un po di tè? Si grazie. Come lo lavi, il bollitore? Con l’anice sciolto nell’aceto di vino. Ecco. Immaginavo. Cosa? Che ne sapevi una più di me. Per via dell’aceto di vino? Certo. Una sempre. Ne sai sempre una più di me.   Attento… ecco. …wow… Per poco. Ma non ti avrebbe fatto troppo male. Si, certo, ma……

sentiamoci su wa #1


Carlo 2 strafigo (festa in spiaggia – amico Path) sta digitando un messaggio Io (no vabbè non ci credo) Carlo 2 strafigo (festa in spiaggia – amico Path) Ciao! Io (forse potevo aspettare un po’ prima di rispondergli) Ehi!! Carlo 2 strafigo (festa in spiaggia – amico Path) Come va? Io Dai, bene. Te? Carlo 2 strafigo (festa in spiaggia…

postulato di un incontro amoroso


– tu lo sai far volare un elicottero? – no, generalmente – quindi ora potresti – se mi impegnassi credo che ci riuscirei. ma ho bisogno di una piccola mano… – vedi? te l’ho chiesto apposta. – saresti così gentile…? – certamente – oh… – vieni, ti mostro come – okei – lo vedi questo? ecco, lo devi tenere in…

faccia a faccia


– come stai? – bene più o meno – ho capito – si dai più o meno, un’ora meno, quella dopo più – e hai intenzione di continuare per quanto tempo? – cosa? – il più e il meno – ah. mah, mica conto – ah. e come sai dell’ora? – che? – dico, l’ora, come sai che un’ora è…

il pranzo di lavoro o dell’inquietitudine


“Vieni a pranzo da me domani?” “Certo. Solito posto, solita tecnica.” “Perfetto, ti aspetto. Non fare che ti dimentichi.” “Non lo farò.” “A domani…” “Certo.”   domani   “…” “…” “Come stai?” “bene. Così. Tu come stai?” “a parte bene… mh… .Grazie.” “ah. Ho capito.” “…” “Come è andata a lavoro?” “Bene. Uguale. E tu?” “Uguale. Passo il mio tempo…