Category: prose in tasca

Habitat


Vedevo molte cose da dentro la mia casa. Come Mara lava i piatti, ad esempio; lo fa dopo ogni pasto e con lentezza, strofina via le macchie senza attenzione, con una spugna che non si userebbe più. Vedevo Lorenzo: quando Mara lava, le tocca le gambe; si aggrappa forte al vestito che indossa e stringe. Lei lo scansa piano, comincia…

Ci mettiamo pochissimo


Durante il pranzo della domenica non avevo aperto bocca. Qualche sospetto a mia madre venne solo alla fine della giornata, cugini zii e nonni stavano con i cappotti sull’uscio per gli abbracci di rito mentre lei, immaginando il mio imbarazzo, mi interrogava con un: Hai perso l’appetito oggi? Le avevo sorriso appena chiudendomi in camera la porta alle spalle. Con le dita…

Anche Dalila lo vuole firmato


“Mi senti? Ora mi senti? Bene. Non posso parlare molto, non parlerò molto, sono esposto. Mi senti? Io sì. Sì. Esatto, proprio fuori, davanti all’ingresso. Mi aspettavo più gent… no, direi di no. Ascoltami bene: non possiamo dare nell’occhio e io devo essere muto. Hai presente le guardie quelle… ecco, loro. Sì, esatto, sto già parlando troppo. Pochi. Certo, fino…

Quando muori voglio che tu rinasca pesce


Barbara si era alzata solo alle due di pomeriggio, finalmente è domenica. Un’attesa desiderata e lunga una settimana, tanto che al rumore del giorno si era girata nel letto, coprendosi la testa con il cuscino. Gli uccelli a Maggio cantano dai primi raggi, quindi non smettono anche se le ore passano e lei, gongolante per il suo dormiveglia, li aveva…

Lo Specialista


Luce fredda come l’aria, i condizionatori nascosti dietro quadrotte di compensato congelavano i volti della gente; visi pallidi, sguardi asettici. Un bancone di legno chiaro si allungava sulla parete più esterna e dietro inservienti gentili, sorridenti, una divisa impeccabile, la stessa per tutti, blu. Mi accolse Matteo, un cartellino e il suo nome quindi una stretta di mano, Prego mi…

Mi chiamo Cotton


Mi chiamo Cotton e vengo dalla specie degli Igienici. Ho miliardi di fratelli in tutto il mondo che si chiamano come me. Neppure io so quanti ne ho. Non ho un sesso, non ho un hobby, ma sono magro. Tendenzialmente longilineo, entrambe le estremità: morbide. Sono perfetto nel mio genere, come tutti i miei fratelli voglio ben sperare, e mi…

Le bretelle


Si alzava con i calzoni lunghi e striscianti: strascicava le scarpe, Converse 2012 nere. Il pavimento era di legno e le suole nuove, il giusto; non sarebbe scivolato. Comunque da seduto sembrava molto più alto. Quei calzoni, senza orlo, erano marrone scurissimo, di velluto, avrei detto. Al primo passo uno slancio a rallentatore dimostrava quanta gobba si sarebbe accumulata negli…

I penultimi giorni dell’anno


È il penultimo giorno dell’anno e tutti sono concentrati sull’ultimo. Io no. In realtà io è già da una settimana che conto alla rovescia: meno sette, sei, meno cinque. E penso a quanto altro posso ancora fare in questo anno. Mi potevo svegliare prima certo, non capisco infatti come uno si debba sempre ridurre all’ultimo. Quindi è da mercoledì che…

La bigiotteria della farfalla gigante


Oh no, di nuovo. Un insetto gigante questa volta? Ma poi che insetto gigante potrebbe mai essere? Mi viene in mente una farfalla: ha spiegato le ali e ripiegate, la immagino a rallentatore, nel solo atto di volare piano e raggiungere dalla finestra il muro dal lato opposto del vetro, chiuso. Vola come si carezza la guancia di un bambino,…

Agosto


Sonnambuli diurni in mezzo alla strada, all’ora di punta, di mattina, alle quattordici e ventitré. Che poi l’ora di punta, in agosto, che ora è? Si disarmano così i pensionati e quelli che hanno passato inverni alle macchinette. Le famiglie con il reddito in nero e un bambino piccolo, e i padri con troppi figli a carico. Tutti in mezzo…

Ieri ho incontrato Ken


Ieri ho incontrato Ken. Era sciupato. Non avrei mai immaginato di vederlo davanti a Bevi&Fermenta. C’era anche molta più gente del solito. Era fuori, sul piazzale davanti al locale: per l’occasione della festa degli artisti di strada, la strada l’avevano chiusa al traffico. Quindi niente macchine e niente motorini, anche le biciclette ho visto passare timidamente. Insomma, persone un po’…

domani mi cancello


—– Messaggio originale —– Da: Gaia Brandeschi <gaia.brandeschi@gmail.com> A: Tiziano Brandeschi <branda82@libero.it> Inviato: Fri, 23 Apr 2016 08:18:34 +0200 (CEST) Oggetto: chissà se mi ricevi   ma tu guarda. (chissà se la leggi ancora questa email o è solo sommersa dallo spam) ti seguivo in silenzio e con orgoglio, nascosta dietro questo nostro mondo digitale. volevo tornare a un tuo vecchissimo post, dove dispensavi…

quelli del quinto piano


Ci facciamo un piatto di pasta da me, ho preso i tagliolini dalla Vecchia Biscia, sono uno spettacolo. Poi con il sugo di mia nonna, non sto neppure a descriverlo. Carlo convince Fabio, ci vuole pochissimo. Per strada mancano pochi metri e Carlo è arrivato. Apre il cancelletto, fa passare Fabio e lascia che sbatta dietro di lui: Stong! Gli…

la grande finestra sopra il lavello


Non ho mai avuto un buon approccio nel gestire il trasloco dei fiori. Sto facendo un sacco di scatole, vado da mia nonna al sud. Che poi non mi va di fare le scatole, quindi prendo buste di plastica, buste di stoffa, zaini vecchi, borse che di solito non uso, borse che non ho proprio mai usato. Ci sto mettendo…

la carta che serve per arrotolarci i bicchieri buoni


Mentre fuori dalla finestra il Sindaco sta salutando la cittadinanza tutta e ringraziando i presenti per essere venuti così numerosi – o anche meno – ad assistere a questa mia ultima edizione delle manifestazioni in piazza, ho appena riempito tutte le valige che possiedo, escluso uno zaino, con un terzo del mio armadio. Che ne sarà del resto? Dove ne…

l’importanza di giocare al Rubabandiera


“Quando camminano per strada, i capelli non si scompongono mai. Se sono donne che li hanno lunghi, e lisci anche, gli cadono sempre in modo naturale, senza accecarle a ogni passo o appiccicarsi sulla fronte se fa caldo. E quando è umido, non gli si arricciano mica, in cima, formando batuffoli scomposti: restano impeccabili, sembrano spaghetti e gli circondano il volto in…

fin dove arrivano le caviglie delle donne alte?


Ce ne stavamo in piedi, barcollanti, davanti all’ingresso; se non mi ci avessero portato, non l’avrei mai immaginato che fosse proprio quello l’ingresso di un posto così. Era uno di quei club della Roma bene, con gli attici che si arrampicano su tappezzerie di lusso e si aprono su banconi in mogano laccato. Dove i calici per gli alcolici sono…

dove alla spalle c’è sempre una chiesa


– … – (la guardo. sembra interessante. mi sta guardando anche lei?) – … – (forse prima. forse devo essere più attento. ora sono più attento. sì. direi che ora la guardo. così. la guardo così:) – … – (…) – (incredibile, quattro genitali di cinesi in faccia. ma dico, si può? proprio in faccia. no perché, ho capito che…

la Dirigenziale della Stagione


Era una notte buia e tempestosa di fine maggio. Fuori, l’inverno; ringhiava sui vetri delle camere e sputacchiava chicchi freddi di acqua concentrata. Pioveva molto. Pioveva moltissimo, come quando è maggio e non piove per giorni e poi piove. La temperatura era scesa vertiginosamente di quindici gradi durante la notte e tutti quelli che avevano fatto il cambio di stagione…

le cose


Cinque stanze più la camera da letto: abitava al quarto piano di via di Manfredonia e usciva sempre di buon’ora per andare al mercato a comprare le mele se di stagione, i pomodori se di stagione e i carciofi, se di stagione. Poi se ne tornava nelle sue stanze e leggeva. Leggeva da quando rientrava a quando era sera, a…