Infilzami un po’ di più


Guarda: i colori acidi si sciolgono come la salamoia scioglie il coniglio. Colano lungo le scale, senza sgocciolare. Non si sente il sibilo stridulo della tela, non lo senti, è un fischio che l’uomo non percepisce, ma che infastidisce il cane; lo immagini però, lo so che lo fai. Loft umidi, scantinati allargati, garage svuotati, crateri nei sottoscala, baratri di uomini decomposti: Jonas dipinge così da più di dieci anni, un mondo di pupazzi e dame assassinati dal colore, insieme vittime e carnefici dei propri omicidi cromatici. Non puoi lì dentro riconoscerti umano, non puoi riconoscere gli animali. Solamente ti immagini simile a loro, a tutti loro. Talvolta le braccia di alcune donne sono un prolungamento di piante carnivore fluorescenti, le vedi? E la pelle di quei primi piani viene corrosa dall’olio. Nella bidimensionalità apparente delle sue architetture si insedia, minuziosa, una ricerca prospettica che scandisce i piani di travaglio senza nessuna ascensione: siamo tutti sulla stessa barca, amico.
Corpi ammassati gli uni sugli altri e nastri che avvinghiano gli uni agli altri: non c’è via di fuga eppure, la prospettiva. Essa incastra un’idea di Caravaggio nella pienezza tonale e nell’armonia – macabra – che concentra sui corpi, mentre Rodin compare nella scomposta distribuzione dei pesi, delle forze: bilancieri e pendoli non attuano alcun contrappeso; La Giustizia non ha pietà, perché non ha possibilità.
Ti ricordi? Nel 2015 a Bologna La Chapelle esponeva  “Land Scape“, fotografie di modellini in scala realizzati a mano per raccontare le infrastrutture della produzione del petrolio, così come le vedeva lui. Anche La Chapelle ha utilizzato colori acidi e architetture estranianti. Probabilmente non lo sapevano, ma sembra abbiano lavorato contemporaneamente l’uno all’effetto della causa messa in scena dall’altro. Ti chiedo: siamo noi che viviamo questi mondi, ancora oggi?

JBurgert+LaChapelle-unite

da sinistra:
– Jonas BurgertSchutt und Futter, 2012_380 x 600 cm, PC Lepkowski Studios – dal sito dell’artista
– David La Chapelle, Castel Rock, 2013 – dal sito www.fotoindustria.it

in alto:
Jonas Burgert, Luft nach Schlag, particolare, 2012, 400 x 690 cm, PC Lepkowski Studios – dal sito dell’artista

> Jonas Burgert, fino al 17 aprile 2017:
MAMbo, Via Don Minzoni, 14 – Bologna