Non sei tu
come una lapide spezzata il tuo travertino
e quell’acqua limpida
fumeggiare di verde
mentre vomiti dalla vasca
rossi palloncini sgonfi.
Non sei tu
scalfita da bottiglie
di vetro ingollate
che galleggiano
a filo come ami da pesca
senza il pescatore e la sua arma.
Non sei tu
mentre ti guardano tutti
come non ti hanno mai fotografata
prima
come non ti sei mai fatta trattare
prima.
Eppure c’eri
immobile non puoi parlare
sei solo il frutto
della nostra negligente e abitudinaria
a ritmi costanti, stantia
misera superbia.