a Regard sur le Passé e i suo giovani orchestrali
quasi non tocchi niente
hai paura che si possa disperdere
nell’aria che circonda la stanza
e poi uscire via come le scie degli aerei
così racchiudi i ginocchi tondi
e conservi le braccia dalle abitudini
per stringere a te
la memoria del canto epico
somiglia a una danza barocca
e a un solo d’archi
il concertino
che si scioglie in ricordo
e i tuoi occhi sono chiusi
la testa poggia il muro
tra le labbra un sorriso lieve
accompagna le note di ieri
il silenzio conosce
quante armonie hai nella testa
e rispetta l’umore della tua immobilità
dolce nel distendere le caviglie rese
poi con il mento cerchi le parole
di cui puoi cantare il suono
e non le pronunci
mentre distendi il collo
c’è un’aria delicata
che t’immagini carezzi
la sagoma più bella della luce
e il tuo profilo
intanto il giorno trascorre
le sue ore nelle vite degli altri
che ignorano saper fare alla musica
l’amore.
e ancora non tocchi niente
ma non hai quasi più paura
lasci che l’aria
che circonda la stanza
si porti quella musica con sé
ad uscire via
guardando indietro
per intonarla lontano