storie di un padre


ho mangiato la musica
camminando tra un tasto
e l’altro
quando il pianoforte era
il mio primo pensiero d’infanzia
così lontano ora
che son vecchio.

uno schermo luminoso
primeggia sulle carte annotate
che ho nascosto in vecchie librerie di famiglia
insieme a tutti i sogni
creduti
immaginati tali.
Poi mi sono perso
e ho concesso alla vista
alcune bugie
affabulazioni da cuori amari.

Mi davo per scontato
virtuoso come il nome patriarcale addice, e
saggio apparentemente
spiavo me stesso nel silenzio dei miei cari
figli confidenti:
“lunga è la storia
del mio cuore che non v’ho detta