i ladri


Non hanno bussato alla porta
scassinandola neppure
ma sono entrati
infrangendo le regole
che si conviene
ad ogni abitazione privata
e hanno portato via
solo povere speranze d’oro.

Di tutte le stanze
la più ordinata
si nasconde ora
dalla vergogna che prova:
è stata violata e
ferita
piange in silenzio
i suoi cassetti rovesciati all’insù
mentre il letto
sotterra il brutto ricordo
di chi lo ha seppellito alla rinfusa.

Biancheria a terra,
bigiotteria snervata
cianfrusaglie disparate
sparse sul pavimento
come spaurite da chi non è di casa
e l’odore che tace
l’estranea identità del suo padrone:

ma quanti saranno mai stati?

Non tocchi niente
fino a quando non riconosci
la luce dalla finestra
farsi d’intimità, sera
e nella stanza un lembo immacolato
appena sopra il materasso:

nessuna ferita
per quella quotidianità domestica
ricordi i tuoi gesti sbadati
che lo hanno ripiegato, ignari
alla mattina
come tutte le mattine.

E come tutte le mattine
ti sei allontanata
senza guardarti alle spalle
contando con la punta del naso
il peso di ogni abitudinaria
preoccupazione nuova.

E al tuo rientro
non hanno bussato alla porta
scassinandola neppure
ma sono entrati
infrangendo le regole
che si conviene
ad ogni abitazione privata.