Il rumore dei pasti
è sacro per il silenzio della digestione:
una giornata spesa
in pensieri
resta cruda
anche alle piante grasse.
Ho apparecchiato la penna
al posto della forchetta
e il calice sul tavolo
pesa più del suo vetro
che del vino.
Il profumo delle cose familiari
bussa alla porta della cucina
quando sbattono le maniglie
della finestra che apri e di quella porta
per mascherare la primavera con i fornelli.
Quando c’è il vento
la conversazione tra un pasto
e un sorso
è spesso difficile
se non si vuole essere disturbati
e la lontananza delle cose care
avvicina la sazietà della mente.
Ma tu preoccupati di soddisfare
lo stomaco
che alle notizie ci pensa
il sorgere del giorno dopo.
Per paura dei messaggi
non tutti gli uccelli
volano alto con la loro buona novella,
ma l’ombra della lancetta
non aspetta per due giorni
e due notti
e due giorni e due notti ancora
il sole.
Il rumore dei pasti
è sacro per il silenzio della digestione:
una notte raggomitolata in incubi
appesantisce lo spirito sobrio
ma rivela la verità di pancia
alle lacrime dei dormienti.