Da: Gaia Brandeschi <gaia.brandeschi@gmail.com>
A: Tiziano Brandeschi <branda82@libero.it>
Inviato: Fri, 23 Apr 2016 08:18:34 +0200 (CEST)
Oggetto: chissà se mi ricevi
ma tu guarda.
(chissà se la leggi ancora questa email o è solo sommersa dallo spam)
ti seguivo in silenzio e con orgoglio, nascosta dietro questo nostro mondo digitale. volevo tornare a un tuo vecchissimo post, dove dispensavi consigli di lettura, perché mi fido un sacco.
ma poi non mi appari. allora ti cerco nella lentina dalla home ed esce fuori un altro Brandeschi, che si chiama anche lui Tiziano, di Arma di Taggia però, Maestro presso “Giovani Radical Chic”; unico amico in comune: Maurizia Silva. quindi mi convinco, non puoi essere altro che te mascherato da Tiziano Brandeschi di Arma di Taggia, anche se non vivi a Taggia.
ti richiedo l’amicizia.
a parte questo, come sta poi Maurizia? mi ricordo che l’ultima volta che l’ho vista era molto magra. era dimagrita tanto da non piacermi più. sul suo profilo non ci vado mai e non mi capitano i suoi post. anche l’algoritmo di facebook ha capito che non vivo più a Roma. solo Kentridge mi fa vedere ultimamente: chissà se sei stato sul lungotevere, mentre mi scopro furtiva: tutti, li ho visti tutti: il video postato da Radio Rai Tre, quello di Lucia, condiviso da quello di Sonia e quindi molti di tanti altri, amici di amici, amici di curatori, curatrici. Qualità pessime, riprese a braccio e il braccio che trema. Trema l’immagine tutta, che dondola come i performers e così pure la litania delle loro ombre lungo il muro del Tevere, con anche i tamburi. o le trombe? ora non mi ricordo. è qui che ti ho pensato, perché ho visto Roma da un finestrino finto: questo fottuto schermo rende ogni ricordo pop.
Ti ricordi l’installazione di Doug Aitken? io c’ero stata con Valentina. Io e Valentina stavamo insieme all’epoca, erano molti anni fa. Quel video sotto le stelle ci aveva avvolte. E prima di entrare in quella scatola per la proiezione, ti dovevi fare l’isola Tiberina a piedi, sembrava si fosse estesa chilometri in più e poi tutte quelle luci, un corrimano di fiaccole. Fantastico.
Ecco, i video di Kentridge mi hanno fatto pensare a quello di Aitken di tanto tempo fa. Solo che io c’ero tanto tempo fa, ora no. un po’ come te, che mi sparisci via così.
oggi Milano fa schifo, piove e i capelli mi si appiccicano sulla fronte anche da seduta sul divano. dentro casa a volte l’umidità ti succhia tutte le estremità del corpo, te le scioglie. Lorenza dice che trova spesso la tastiera del computer bagnata. sgocciolo! le dico. ma mica è colpa mia.
comunque mi andava di leggerti, di spiarti. pensa che l’ho fatto tutte quelle volte in cui non mi rispondevi ai messaggi. tanto poi non mi risponderai neppure a questa mail. solo che ora devo sperare che quel TIziano Brandeschi, Maestro presso Giovani Radical Chic, accetti la mia richiesta di amicizia e che sia veramente e ugualmente tu. ti sei forse trasferito a Taggia e non lo so?
comunque anche io stavo pensando di togliermi da facebook ultimamente. Lorenza dice che è diventata la mia droga, lei non ce l’ha, lo sai come è fatta. lo sai? ora che te lo chiedo, credo che tu non l’abbia mai conosciuta. è molto bella, sai? beh, non potevo innamorarmi di una donna che non lo fosse. ha i capelli neri cortissimi e gli occhi ancora come quelli di un cerbiatto. grandi tanto quanto, credimi.
vi piacereste. anche lei è un avvocato, ma non lavoriamo nello stesso studio. lei ne ha uno suo, vicino al Duomo. non male Milano, lo hai mai saputo? potresti venire a trovarmi ogni tanto, invece di non rispondermi.
mi cancello, ho deciso, così smetto di cercarti dove non ci sei e Lorenza smette di infastidirsi. e poi non posso più permettermi di fare la malinconica, alla mia età. rischio di piangere troppo e non smettere più. piangerei fino a bagnarmi tutte le scarpe: zuppe marce che quando ci cammini senti ciaf ciaf.
domani faccio cinquantasette anni, te lo ricordi? ah, che stupida a scriverti tutto questo. perché lo sai che domani sarà il mio compleanno, forse mi manderai un minuscolo messaggio per gli auguri e quindi lì piangerò e addio scarpe. Io te li facevo sempre gli auguri. quando mamma preparava la torta, uscivo a comprare le candeline del tuo colore preferito.
ah, se poi un giorno mi vorrai mai rispondere, aspetto un copia incolla di quel tuo post lì sulle letture. sei un intellettuale talmente fiero che diffido in una improvvisa mancanza di memoria.
ti bacio,
Gaia